La nascita non è mai sicura come la morte. E' per questo che nascere non basta. E' per rinascere che siamo nati.
P. Neruda
Autrice
La terapia della Felicità
Una ricerca sondaggio sulla tecnica meditativa con il MahaMantra
La parola Mantra è un sostantivo maschile sanscrito che significa "veicolo o strumento del pensiero". Può corrispondere ad un verso dei Veda, ad una formula sacra indirizzata ad un essere celeste, ad una preghiera, ad un canto sacro o a una pratica meditativa.
Un'etimologia tradizionale fa invece derivare il termine mantra dal verbo “man”, (pensare), collegato al sanscrito “tra” (che protegge), con il significato di "pensiero che offre protezione".
Essendo tradizionalmente considerati come non composti da esseri umani, bensì trasmessi ai saggi cantori in epoche storicamente lontane, i versi dei Veda furono considerati dalle tradizioni induiste come mantra "increati" ed "eterni" che mostravano la vera natura del cosmo.
I testi risalenti alla fine del secondo millennio a.C. e inerenti al Samaveda affermano che l'importanza di questi mantra non risiedeva solo nel loro significato quanto anche nella loro sonorità.
Un mantra può essere recitato ad alta voce, sussurrato o anche solo enunciato mentalmente, nel silenzio della meditazione, ma sempre con la corretta intonazione.
L'atto di enunciare un mantra è detto uccara; la sua ripetizione rituale va sotto il nome di japa, e di solito avviene su di un mala, cioè un rosario in legno di sandalo formato da 108 grani.
OM è il bija mantra (formato da un solo monosillabo) più noto. Considerato il suono primordiale, forma fonica dell'Assoluto, è utilizzato sia come invocazione iniziale in moltissimi mantra, sia come mantra in sé. Le lettere che compongono il bija sono A, U ed M: nella recitazione A ed U si fondono in O, mentre la M terminale viene nasalizzata e prolungata fonicamente e visivamente. La recitazione dell'OM è molto comune, ed è considerata di grande valore e potenza.
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Psicologia e Yoga
Fondamenti di Psicosomatica
CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO
“Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini” (Dante Alighieri)
“Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali vidi un magnifico disegno: rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. Sotto c’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”. Meditai a lungo sulle avventure della jungla, e, a mia volta, riuscii a tracciare il mio primo disegno. Poi mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava, ma tutti mi risposero: “Spaventare? Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”. Ma il mio disegno non era quello di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Fu così che a sei anni io rinunciai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore. Scelsi un’altra professione e imparai a pilotare gli aeroplani. Nel tempo, ho incontrato molte persone importanti e ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata. Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio primo disegno, che ho sempre conservato. Cercavo di capire così se era veramente una persona comprensiva. Ma, chiunque fosse, uomo o donna, mi rispondeva: “E’ un cappello”. E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte. E lui era tutto soddisfatto di aver incontrato un uomo tanto sensibile.”
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IL CICLO DELLA VITA
FONDAMENTI DI PSICOSOMATICA
"La medicina ufficiale vede nella malattia uno sgradito turbamento del “normale stato di salute” dell’individuo, e perciò cerca non soltanto di eliminare questo turbamento il più presto possibile, ma anche di impedire con tutti i mezzi le malattie. In realtà, la malattia è qualcosa di più di una imperfezione funzionale della natura. Essa è parte di un sistema di regolazione universale, previsto al suo interno e al servizio dell’evoluzione.
L’uomo non è affrancabile dalla malattia perché la salute ne ha bisogno come del suo polo opposto. La malattia fa parte della salute come la morte della vita.
La ciclicità di Vita e Morte appartiene al nostro quotidiano; ognuno di noi muore e rinasce ogni giorno, insieme al giorno che a sua volta muore e rinasce.
La morte è il grande mistero intorno a cui l’uomo si interroga da sempre. È la fine di tutto? O l’inizio di un incredibile viaggio? È il passaggio nell’Aldilà in cui si vede il Divino? O è la fine di una vita prima dell’inizio di un’altra, in un altro corpo?
Anche se per morte intendiamo il momento finale della vita, con essa in realtà abbiamo a che fare ogni giorno. Nascita e morte – come bene e male – sono due poli opposti che vivono grazie alla presenza l’uno dell’altro e all’alternanza reciproca.
Lo vediamo in natura, dal micro al macrocosmo, dalla vita degli insetti a quella degli astri: ogni cosa vivente si estende in un ciclo di inizio, apogeo, declino e morte.
La vita di ogni uomo, come quella dell’Universo, è fatta al suo interno di tantissimi cicli nascita-morte: ogni mattina nasciamo rinnovati, ogni sera “moriamo” abbandonandoci al sonno; ogni anno la primavera ci fa rinascere e l’inverno ci fa ripiegare in noi stessi, in una morte simbolica che prepara a una nuova nascita."
Il libro "Fondamenti di Psicosomatica" è distribuito da Enea Edizioni e venduto presso librerie e bookshop online.